“Un libro per viaggiare. Per la nostra rubrica sulla lettura, vogliamo consigliarvi un libro molto particolare: “La mente del viaggiatore” di Eric J. Leed, un percorso sul viaggio dall’Odissea al turismo globale.
“Un libro per viaggiare”: un libro per tutti i viaggiatori, ma proprio tutti.
Per la nostra rubrica, “Un libro per viaggiare” vogliamo parlarvi di un libro che affronta il tema del viaggio seguendo un percorso molto particolare. Si tratta di “La mente del viaggiatore” di Eric J. Leed. Ogni lettura lascia un segno, come ogni viaggio, e questa senz’altro non farà eccezione.
Si sta avvicinando la seconda estate di questo anno e mezzo complicato, diciamo, diverso. Per molti si riapre la stagione dei viaggi, tra dubbi, speranze, timidi entusiasmi e qualche green-pass..
Altri preferiranno, per diversi motivi, temporeggiare e rimandare il viaggio. Per questo abbiamo scelto un libro per tutti i viaggiatori (e non solo, in verità), anche per quelli “che si contentano di viaggiare seduti nella loro stanza con un libro in mano” (recensione di “La Repubblica”).
“Un libro per viaggiare”: “La mente del viaggiatore” di Eric J. Leed, dall’Odissea al turismo globale.
Ci siamo appassionati a questo libro per la capacità dell’autore di individuare e selezionare nella trama della storia, la forza del viaggio. Un punto di vista che abbiamo trovato molto originale perché parte da un’analisi storica per diffondere la riflessione/studio sulla cultura in senso lato e sulla componente psicologica che è alla base di ogni tipo di spostamento.
Un’analisi estremamente moderna, dunque, da parte dell’autore del libro, Eric J. Leed, scrittore e docente presso la Florida International University di Miami. In questo libro, l’autore, ripercorre il complesso tragitto, non sempre lineare, del viaggio. Dall’Odissea fino a giungere al più moderno turismo globale, per trovare l’energia che muove l’uomo quando si mette in cammino.
“Un libro per viaggiare”. “La mente del viaggiatore”: alla ricerca della forza che muta il corso della storia
In che modo il viaggio agisce come una forza in grado di modificare il corso della storia dell’uomo? Com’è possibile che il più semplice spostamento possa condizionare tanto gli individui, influenzare i gruppi sociali e plasmare anche le culture più consolidate?
Il libro scelto per te cerca proprio di spiegare tutto questo e lo fa passando in rassegna alle diverse modalità di transitare che l’uomo ha assunto nel corso della storia. L’autore ritrova il modo in cui il viaggio ha agito come una forza che trasforma individui, personalità, mentalità e relazioni sociali.
D’altra parte, sono molti gli studiosi che hanno evidenziato come il viaggio sia un contenitore di metafore di origine globale, una sorta di crogiuolo di simboli attraverso i quali vengono espresse trasformazioni di ogni genere.
Attraverso la metafora del viaggio e della mobilità umana si è cercato, nel tempo, di esprimere il significato della morte (come “trapasso“, appunto) o della vita (come un cammino o un pellegrinaggio).
Ma perché il viaggio è una fonte di “significato” così potente da divenire metafora universale?
“Un libro per viaggiare”: il viaggio, un significato simbolico in trasformazione
In questo suo libro, Leed studia con ineccepibile competenza, le alterazioni nell’identità personale e della civiltà, più in generale, indotte dal viaggio. Analizza tutti i tipi di viaggio, da quello reale a quello metaforico. Durante questa analisi coglie nel fenomeno dei movimenti territoriali un vero e proprio modello che trasforma la cultura, il tempo e la psicologia dell’uomo e di interi gruppi di uomini.
Ma l’aspetto più dirimente è che l’autore individua una trasformazione di questo modello, dalle prove audaci di Gilgamesh e Ulisse, al più monotono turismo di massa. In quest’arco di storia il concetto di viaggio è mutato radicalmente e con lui l’impatto su individui e culture.
In che modo? Presso gli antichi e nel Medioevo il viaggio diveniva simbolo di purificazione interiore tramite i pericoli e le imprese, grandi o piccole che fossero. In epoca moderna, invece, viaggiare si trasforma in fonte di libertà e scoperta del proprio io.
Ma vogliamo rimanere relegati alla nostalgia per i tempi in cui il viaggio era veramente viaggio. Quei tempi in cui il confine tra noto e ignoto, tra civiltà e inciviltà, era netto? No, scrive l’autore, “Non possiamo sfuggire a quella civiltà globale che è stata creata da generazioni di viaggiatori, esploratori, signore e signori dalla curiosità elegante, mercanti e migratori.”
Questo mondo che nasce dal viaggio di tante generazioni, è ormai tutt’uno con i sistemi internazionali dei trasporti, della produzione, della distribuzione e della comunicazione. Nella civiltà globale il viaggio è diventato turistico, alla ricerca (illusoria) della libertà.
A questo punto, spostarsi da un luogo all’altro consente all’uomo, paradossalmente, di identificarsi in un’identità nazionale e personale attraverso l’immancabile ritorno e, quindi, permette anche di ritrovare se stesso.
Insomma, per usare ancora le parole dell’autore: “…le purificazioni del viaggio e del vagare riportano la nostra mente (il nostro bene più naturale) a casa sua, in un mondo materiale , in mezzo alla miriade delle forme di dio di cui abbiamo esperienza dalla nascita alla morte.”
Noi di Campersereno abbracciamo in pieno l’esortazione di Eric J. Leed: “Non muore chi collega il proprio termine ai propri inizi. Quindi vagate.”😀