Il viaggio: tra tempo, spazio e mente è la metamorfosi che sfugge alla banalità, il nutrimento che alimenta la vita e la riempie di emozioni.
Perché un articolo sul viaggio nella storia? Perché da sempre abbiamo a cuore la sicurezza dei mezzi ricreazionali e ci occupiamo di tutelare i tuoi momenti di svago a bordo del tuo camper. Per questo abbiamo pensato che conoscere il trascorso del viaggio sia molto importante per capire meglio il ruolo del viaggiatore, ora.
Un ruolo che ha subito e continua a subire trasformazioni radicali e dense di conseguenze più strutturali di quanto non si creda. “Subire”, tuttavia, non è il termine giusto perché il viaggiatore, nel tempo, e ora più che mai, diviene sempre più artefice del suo rapporto con il mondo che decide di scoprire.
Il viaggio: il viatico della vita
Con il termine viaggio si intende, letteralmente, uno spostamento nello spazio che dura nel tempo. La parola deriva dal latino viaticum, che indicava le provviste che il pellegrino si portava dietro durante gli spostamenti. Nell’ambito religioso il viaticum è anche il nutrimento che si somministra a chi è in punto di morte. Dunque, nella tradizione occidentale di cultura latina, a differenza di quella anglosassone, il viaggio ha un significato positivo e vitale.
Con il termine viaggio si può intendere sia il viaggio in senso fisico che in senso mentale. Oppure anche il viaggio dell’inconscio, dei sogni, ad esempio. Infatti non è forse il sogno un viaggio che compiamo ogni notte senza conoscerne la meta e senza averlo scelto?
I paesaggi che ci scorrono davanti nel sogno ci rimandano ad una seconda vita parallela, appunto quella più nascosta e oscura. Una sorta di racconto impresso nell’inconscio di cui spesso non rimane memoria al risveglio. Non per niente Borges diceva che il sogno è il primo genere letterario dell’umanità.🙂
Il viaggio: il segno indelebile nella memoria collettiva dell’uomo
Migrazioni di massa e di popoli attraverso i continenti si sono susseguite nel corso della storia dell’umanità. Ora è impensabile che questa tendenza non si sia radicata nel DNA dell’uomo e non abbia lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva più profonda.
Dunque, l’uomo non può fare a meno di spostarsi da un luogo all’altro. Per ciò, questo sedimento impresso nell’inconscio collettivo dell’umanità, non deve rimanere inascoltato, anzi va ripristinato. Diversamente l’uomo rischierà di perdere la connessione con la vita e con se stesso.
Il concetto del viaggio è comunque in continua e rapida trasformazione, soprattutto nell’ultimo cinquantennio. Tuttavia, le trasformazioni sono evidenti già dal Medioevo quando cambiano le motivazioni e il fine del viaggio, per condurre ad una maggior accessibilità, fino alla nascita del turismo vero e proprio.
Il viaggio. Lo scambio vitale all’origine delle grandi civiltà
Nei diversi periodi storici, da sempre, il viaggio rappresenta un aspetto cruciale, fondamentale e peculiare in grado di caratterizzare le epoche stesse e i relativi modelli sociali. La capacità di avviare e mantenere rapporti con culture diverse era il segno del potere e della forza su cui le civiltà antiche fondavano il proprio prestigio.
I primi viaggi sono di carattere militare, commerciale e religioso. Risalgono al lontano 3000 a.C. e a lasciarcene testimonianza sono Egiziani e i Popoli mesopotamici.
Naturalmente, ben presto, il viaggio divenne lo sprone principale per cimentarsi alla scoperta del mezzo di trasporto che consentisse spostamenti sempre più importanti e veloci…nel limite del possibile.
La cultura ellenica, la civiltà mesopotamica e quella egizia, solo per fare un esempio, hanno creato le basi della loro grande civiltà, proprio attraverso gli scambi commerciali. Intrattenere rapporti commerciali con altri popoli offriva l’opportunità di far viaggiare, oltre le merci, anche le idee, le conoscenze e la cultura.
Insomma, fin dagli albori della civiltà gli Egizi, i Fenici, i Greci, i Romani, gli Arabi, i Vichinghi e poi ancora i mercanti italiani delle Repubbliche Marinare, audaci e sempre curiosi, hanno osato imprese straordinarie, spinti inizialmente da necessità commerciali.
Le diverse epoche storiche hanno viaggiato con finalità differenti, sospinte da paure, desideri, sogni, esigenze diverse.
Il racconto del viaggio: tra economia, cultura e religione
I viaggi alla scoperta del mondo, qualsiasi esso sia, insieme alle grandi scoperte in campo medico e scientifico, hanno profondamente trasformato la nostra storia e il nostro modo di percepire il mondo.
Fondamentale, parlando di viaggi, è l‘invenzione della ruota presso gli Egizi, quindi dei carri e delle strade forgiate con grandi lastre di pietra. Peraltro, sembra che il primo viaggio documentato della storia sia stato per mare. Per la precisione una spedizione composta da 5 imbarcazioni e diretta alla Terra di Punt (oggi la Somalia).
La storia dei viaggi continua via mare e in Grecia dove è alimentata soprattutto dai viaggi religiosi, diretti cioè verso le divinità. Mentre per i Romani, grandi costruttori di strade, il viaggio continua via terra e soprattutto per scopi militari. In questo modo hanno conquistato tutta la Penisola italica, l’Europa e parte dell’Asia.
Ma ecco che nel periodo Imperiale, aumentate le possibilità economiche dei patrizi, nonché grazie ad una lingua ormai estesa su tutto il territorio conquistato, inizia il viaggio a scopo turistico.
E’ a questo punto che assistiamo ad un intenso movimento di persone per scopi culturali o più semplicemente di svago.
Lo sapevi che il termine villeggiatura è di origine latina e nasce proprio durante l’epoca romana? Proprio così. I Romani non si dedicavano solo a veri e propri viaggi di piacere, ma anche alla villeggiatura fuori città, presso le seconde case che nacquero numerose, oppure presso centri per la villeggiatura, magari presso i templi o le terme.
Contemporaneamente, vennero realizzati anche i primi documenti per viaggiare, una sorta di passaporto di identificazione per passare da un luogo all’altro. Insomma un bell’impulso alla storia del turismo, mentre le strade si fanno sempre più agevoli.
Il viaggio nel Medioevo: un tributo alla conoscenza
Nel Medioevo le esigenze si fanno soprattutto commerciali, c’è bisogno di ridare impulso all’economia sopita dopo le invasioni germaniche. L’Europa è in fermento. Viaggiatori e commercianti si identificano, spesso insieme ai pellegrini che solcano le vie di percorsi religiosi: verso Roma, Santiago, Canterbury, e tanti altri.
In oriente si aprono le due vie più importanti a livello commerciale, la via della seta (via terra) e quella delle spezie (via mare). Astrolabi e mappe guidavano i viaggiatori come oggi il satellitare😉
Ed ecco Marco Polo che, in partenza di buon mattino per arrivare nelle città prima del tramonto, scoprì l’oriente percorrendo la via della seta. Dalle sue imprese straordinarie nasce “Il Milione” che ha fatto sognare molti di noi da bambini…e, chissà, forse oggi siamo viaggiatori anche grazie a lui!😉
Il viaggio. La pandemia del ‘300: anche i più audaci sanno quando è il momento di fermarsi
Siamo alla fine del’200, ma ahinoi…tutto questo fervore di scambi culturali e commerciali subisce un brusco arresto con l’arrivo della peste. Già fin da allora, gli spostamenti e gli incontri, dopo l’imperversare della peste bubbonica del ‘300, vengono guardati con sospetto…e anche gli animi più avventurosi ed audaci si fermano…è l’inizio di una delle tante Pandemie che hanno segnato la storia.
Terminata questa ondata che devastò tutta l’Europa, determinando un calo demografico impressionante, il desiderio di viaggiare rinacque più forte di prima e cominciarono i viaggi di conquista verso nuovi continenti e nuove vie commerciali.
Chi di noi, leggendo il libro di storia, non ha salpato il grande Oceano insieme a Cristoforo Colombo dal porto di Palos, Cadice, per sbarcare sull’Isola di Guanahani, nelle Bahamas, da lui chiamata San Salvador. E’ la scoperta dell’America!
Da allora continuerà incessante la scoperta di nuove terre e nuovi continenti, purtroppo concomitante alla relativa conquista, quasi sempre efferata.
Il viaggio: svago e piacere di uomini e donne curiosi del mondo
Ma lo sai quando nasce la prima guida turistica? Sembra che nella seconda metà dell’800, presso le classi borghesi, cominci ad affiorare questa nuova figura. In questo periodo spunta quella che viene ritenuta la prima agenzia di viaggio, e l’artefice, nonché pioniere, ne fu Thomas Cook.
Qual era il suo intento? Quello di organizzare al cliente un viaggio di svago, complici il miglioramento dei mezzi di trasporto che permisero a più persone gli spostamenti, prima appannaggio solo dei più abbienti.
Il viaggio oggi: libero e immersivo
Il viaggio, negli ultimi decenni, ha acuito la sua funzione empatica con il mondo che circonda il viaggiatore. Tipologie di viaggi sempre più immersivi consentono ai viaggiatori di vivere personalmente e da vicino qualsiasi ambiente senza troppi intermediari o preavvisi.
La possibilità di viaggiare in modo sempre più libero è in continuo aumento, e nasce anche dall’esigenza di non sentirsi sottoposti a troppi vincoli, scadenze e limitazioni (tolti quelli legislativi…) imposti da strutture e dai tempi tecnici delle prenotazioni.
L’aumento della modalità di viaggio en plein air la dice lunga…veicoli sempre più confortevoli, che si adattano ad ogni tipo di ambiente e che non necessitano di intermediari, sono sempre più desiderati e acquistati da chi fa del viaggio, prima di tutto, una questione di libertà, di relazioni e, quindi, di conoscenza.
Viaggiare sempre, senza confini temporali e geografici
Viaggiare, dunque, ormai fa parte di un’esigenza sedimentata profondamente nel nostro inconscio. Inutile, quando non dannoso, fare finta di niente, reprimerlo o addirittura combatterlo. Il desiderio di viaggiare è un sentimento che va integrato all’interno della nostra modalità di vita divenuta ormai stanziale, come un tributo a ciò che eravamo e che ci ha fatto diventare ciò che siamo ora. Con tutti i nostri limiti, tuttavia esseri volti alla conoscenza.
Se riuscissimo a dare ascolto a questo impulso fortemente umano, e a regolarci di conseguenza, capiremmo la ragione di tante frustrazioni, insoddisfazioni e insofferenze. Tutto ciò che, troppo spesso, nasce proprio dal senso di fissità e di continuità in cui ci imprigioniamo a scapito della mutevolezza e del molteplice che hanno creato la nostra storia e in alcuni casi la nostra felicità.
Un anno di Pandemia o quello che sarà…non potranno reprimere quella natura e quell’indole ormai millenaria dell’uomo che da sempre nutre la sua vita di relazioni e conoscenza.
Perché, “La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente”. Lo diceva Gandhi e noi non possiamo che prendere in prestito le sue parole. Per seguire la nostra strada bisogna conoscerla e per questo bisogna percorrerla.
In fondo noi appassionati viaggiatori, non siamo un po’ come moderni Marco Polo o Amerigo Vespucci?
Bene, fuor di metafora, riprendiamo a viaggiare, non importa se vicino o lontano, l’importante è non frenare ciò che abbiamo di più prezioso: il desiderio di essere felici e sempre migliori.😉